UN PASSO DAL BARATRO

mercoledì 7 marzo 2012

Ci saremmo finiti dentro, se solo Sant'Abbiati non avesse compiuto il doppio miracolo sulla conclusione di Gervinho deviata da Mexes e, soprattutto, sul tocco ravvicinato di Van Persie. Un tentato suicidio è andato ieri in scena all'Emirates Stadium con gli spettri di La Coruna e Instanbul che aleggiavano tetri sulle teste dei tifosi milanisti. In una serata che ha rischiato di vanificare tutto il bello dell'andata, poche sono le cose da salvare.
In ordine: 1. Cristian Abbiati, vero salvatore della squadra. 2. Le prove sufficienti di Mexes, Abate e Van Bommel. 3. La reazione psicologica del secondo tempo. Sono questi i tre elementi che hanno evitato l'ennesimo psicodramma rossonero. Una sconfitta pesante, terribile, maturata in un primo tempo disastroso. Troppa la superficialità del Milan nei confronti di un Arsenal sceso in campo caricatissimo, consapevole di non aver nulla da perdere ma tutto da guadagnare. I motivi dello scampato disastro sono da rintracciare in un concorso di colpa fra il Mister e i giocatori. L'errore di Allegri è stato quello di catapultare in un girone dantesco due semi-debuttanti che, in dodici mesi, sono passati dalla serie b(vedi El   Shaarawy) o dal via Del Mare(vedi Mesbah), ad una partita di livello tecnico e psicologico altissimo. L'errore dei giocatori è stato quello, fin troppo palese, di pensare di gestire tranquillamente la gara. Un eccesso di sicurezza che per poco non si è tramutato in un ingiustificabile disastro. Un Milan borderline, dunque, quello visto in quest'ultimo scorcio di tempo.  Capace di passare da prestrazioni degne di una grandissima squadra, come contro il Palermo o contro la Juventus e contro l'Arsenal all'andata, a partite sciagurate, da provinciale, come il pessimo spettacolo offerto ieri sera. L'unico aspetto veramente positivo è il passaggio del turno che, dopo cinque anni di assenza, ci rivede tra le prime otto d'Europa. E' da lì che bisogna ripartire, non prima di essersi fatti un bel bagno di umiltà.

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