CROCEVIA

venerdì 5 aprile 2013

Domenica la Fiorentina, poi Juventus e infine Napoli. Qui si gioca la stagione rossonera. 270 minuti ci diranno, molto probabilmente, di che pasta siamo fatti. Tre partite dure, durissime; due scontri diretti inframezzati dalla Partita con la P maiuscola, quella con i primi della classe. E' un bel menu quello che si palesa dinnanzi agli occhi rossoneri, i cui palati sono oramai abituati ai sapori dolci, deliziati come sono dall'aver assaporato il gusto soave delle vittorie condite col bel gioco e accompagnate da un buon vino d'annata, il Balo rosso 2013, cantina Milanello.
Deviazioni culinarie a parte, il trittico che ci attende è di rilevanza particolare avendo in seno due partite con due dirette concorrenti, i viola ed i partenopei, con il residuo match che da solo può valer mezza stagione, la partita con i bianconeri. Con tutta onestà, classifica alla mano, baratterei una sconfitta con i gobbi per due vittorie con i napoletani ed i fiorentini. Due partite che valgono doppio, due vittorie che ipotecherebbero la tanto desiderata qualificazione. Per scaramanzia non voglio nemmeno pensare alla goduria infinita che mi procurerebbe  vincerle tutte, sarebbe un piacevole orgasmo sportivo che sarebbe più che mai garbato. 
Oggi però non voglio scrivere solo di calcio, mi permetto quindi un'escursione verso temi un pò più seri, perchè la memoria, in questo mondo e in questo tempo è estremamente importante. Alle 3.32 di notte saranno passati quattro anni da quella violenta notte che sventrò l'abruzzo, distruggendo il suo cuore, L'Aquila. Trecentonove persone, con i loro sogni e le loro speranze rimasero sepolti sotto le macerie. Era una Domenica sera, e la ricordo bene perchè il mio letto tremò d'improvviso gettandomi in un secondo nel freddo della strada. Solo paura perchè i 50 km che separano la mia abitazione dall'epicentro attutirono la violenta scossa, qualche danno, un agenzia viaggi aperta da due mesi distrutta e tanto spavento. Nulla al cospetto di trecentonove vite umane spente nel terrore di quella notte di quatto anni fa. Il mio pensiero corre verso di loro e verso la città de L'Aquila che dopo più di 1.300 giorni è rimasta inchiodata a quella maledetta  ora. Spero che il campionato di calcio ricordi quei fatti e quei morti. 

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