PRESIDENTI USCENTI E PRESIDENTI DECADENTI

mercoledì 16 ottobre 2013

"Con Tohir tutto fatto, lascio a gente per bene". Con queste parole Massimo Moratti ha annunciato la sua probabile uscita di scena e l'ormai certo passaggio di consegne con il magnate Thoir.  Dopo 1200 milioni di euro investiti, e con più o meno 100 milioni di passivo, l'Internazionale   diventa veramente tale. In un pomeriggio d'autunno si chiude l'era del Presidente Moratti. Un presidente che sapeva perdere ma che non ha saputo vincere. Simpatico e galantuomo quando c'era da avvelenarsi con annate buie causa investimenti, tanti, sbagliati; antipatico ed arrogante quando le vittorie, nazionali e continentali, hanno ingrassato l'ego nerazzurro. C'è chi non sa perdere, chi non sa vincere e chi, come noi oggi, non sa né perdere e né vincere. Tornando all'Inter e a Moratti, la sua scelta è risultata quasi obbligata, un pò come la Roma di Sensi, i debiti erano  troppi e fondi nuovi servivano come il pane. Passione e sentimento non bastano più se non accompagnati da investimenti mirati e liquidità costante, requisito indispensabile che l'imprenditoria italiana non è più in grado di garantire. Questo è il motivo che, dopo 18 anni,  ha spinto Angelo Moratti a passare la mano. Forse un ultimo gesto d'amore verso quei colori, quasi una resa ad un evoluzione calcistica che oggi più che mai necessita di nuovi capitali e nuove frontiere. Gli interisti, è ormai chiaro, guarderanno a Moratti come al Presidente uscente, e noi milanisti? Invece del Presidente uscente abbiamo un Presidente Decadente, di nome e di fatto. Immerso nella sua guerra esistenziale, perso tra lealisti e frondisti, delfini e pennuti, braccato da diverse procure, incalzato da una condanna passata in giudicato che lo ha reso decadente ed in febbrile attesa per l'esito dell'iter parlamentare che lo potrebbe rendere Decaduto. Se le cose andranno come lui non vorrebbe, saremo il primo club ad avere un Presidente alle prese con dei lavori socialmente utili che, la domenica, invece di seguire la partita allo stadio, dovrà scegliere se guardarla con i Francescani  al refettorio o a casa con Dudù...C'è chi guarda all'Indonesia con speranze concrete, e chi, come noi, guarda ad Arcore con disperazione. Consapevoli che, se nulla cambierà ai vertici proprietari, il futuro rossonero sarà segnato da turbolenze e fallimenti, certi che annate come quella attuale saranno la norma, a noi milanisti non rimane che un sogno: che il prossimo investitore straniero, sia esso americano o asiatico, sceicco o russo, bussi alle porte di Arcore, facendo però attenzione a non farsi mordere dai vari cani che scodinzolano sotto le gambe del padrone...

1 commento:

  1. Be, prima di prendersela adesso col un Presidente Decadente lo dovevate dire prima del campionato.
    Oppure l'anno scorso quando ha venduto i pezzi migliori.
    Adesso che la squadra non va e non credo che meriti una classifica migliore è troppo facile parlare!
    Anche lo scorso anno la squadra era veramente scarsa, ma c'è stato il miracolo delgirone di ritorno.
    un girone di ritorno molto strano.

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