BENTORNATA RUBENTUS

lunedì 27 febbraio 2012

22' minuto, Muntari ribatte a rete una respinta corta di Buffon che in un ultimo disperato tentativo blocca dentro la porta il pallone calciato dal ghanese. Doppio vantaggio per il Milan, apoteosi a San Siro, oltre 70000 rossoneri in estasi per il primo quarto di gara dominato dai campioni d'Italia, stesso risultato dell'andata, con gli uomini di Allegri che restituiscono ai bianconeri le due sberle ricevute ad inizio ottobre...Rewind.  
Complice una scellerata decisione del tandem Tagliavento-Romagnoli, bisogna necessariamente riavvolgere il nastro e partire da quell'urlo strozzato in gola ai migliaia dei tifosi presenti sugli spalti. Il goal non viene convalidato, la partita resta sull'uno a zero ed il resto è cosa nota. Il goal annullato a Matri non può essere paragonato alla svista su Muntari. Come dicevano i democristiani a proposito dei voti, che spesso non si contano ma si pesano, lo stesso  può benissimo dirsi per gli errori arbitrali. Un'orrore, più che un errore a svantaggio del Milan, un banale fuorigioco al limite per i bianconeri. Tutto questo dopo una settimana passata ad ascoltare le fastidiosissime lamentele del clan degli Agnelli che mandavano in avanscoperta l'allenatore Conte ed il direttore sportivo Marotta,  chiedendo arrogantemente una parità di trattamento, o meglio pretendendo dalla classe arbitrale un occhio di riguardo per la propria squadra: detto, fatto! Più che uno, direi quattro occhi di riguardo, quelli del binomio Tagliavento/Romagnoli. E' interessante, ma soprattutto snervante, osservare che l'apice dei piagnistei juventini si raggiungeva dopo la partita pareggiata col Parma, dove i bianconeri recriminavano disperatamente per un arbitraggio sfavorevole nei loro confronti. L'arbitro accerchiato a fine partita dai giocatori e reo, secondo la loro versione, di non aver fischiato un rigore su Pirlo a fine partita, ma dimenticando il rigore negato al Parma per il fallo reiterato di Barzagli su Giovinco che era molto più evidente. Con Marotta, Agnelli e Conte che urlavano a gran voce uno pseudo complotto figlio di una altrettanta pseudo sudditanza al contrario che avrebbe danneggiato la Juventus del post calciopoli. E' così che si è arrivati alla sfida scudetto tra Milan e Juventus. Un'aria avvelenata e appesantita dalle lingue dei tre moschettieri juventini. Pesi da novanta poggiati sopra le spalle del direttore di gara e dei suoi assistenti. Atmosfera innervata dalle continue lamentele dei piani alti bianconeri. Non bisogna dunque meravigliarsi se il finale è stato segnato da una mega azzuffata. Chi semina vento raccoglie tempeste, cari signori Conte e Marotta. Interessante l'articolo di Mario Sconcerti sul Corriere della sera di oggi: "Quando Tagliavento sul goal di Muntari indica il centrocampo e un attimo dopo ascolta Romagnoli, rinuncia alla sua potestà sulla gara. Teme eccessiva la sua presenza, lascia un pò di sé sulla schiena degli altri. In altri termini SCAPPA". Da cosa fugge il direttore di gara? Fugge dalla paura di un suo eventuale errore contro la uventus. Ha probabilmente paura delle eventuali conseguenze di un sbaglio a svantaggio della vecchia signora, delle eventuali ulteriori accuse della dirigenza bianconera. Questo nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore potremmo desumere che non vedere una palla di oltre mezzo metro dentro non può che nascondere malafede e quindi volontarietà dell'errore a tutto vantaggio  della JuventusMa un effetto benefico lo avremmo, almeno fino a maggio non dovremmo più sorbirci le patetiche lagne di mister Conte, e questo, onestamente, non è poco!

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