ANCORA TU...

lunedì 23 settembre 2013

4 punti in 4 gare, 7 goal subiti e -8 punti dalla vetta. Numeri impietosi che, come l'anno scorso, descrivono meglio di ogni altra parola il nostro triste presente. Ancora più deprimente è svegliarsi un lunedì mattina di fine settembre con la consapevolezza di essere già fuori dai giochi per il discorso scudetto. Certo, pensare di poter lottare per il primo posto, con questa squadra, sarebbe stato alquanto irrazionale, ma se tifi Milan, è difficile a inizio stagione non ambire a traguardi importanti. Il problema però, è che forse bisogna abituarsi all'idea che il Milan attuale è sempre di più un lontano parente del Milan passato, quello glorioso, che ogni anno partiva tra le favorite in Italia ed in Europa. Un ridimensionamento inesorabile figlio di scelte societarie che, da qualche anno a questa parte, hanno preferito cogliere come obiettivo il ricavo economico piuttosto che le vittorie sportive. E' inutile arrabbiarsi e prendersela con i giocatori o con l'allenatore. Questa è l'ora di essere realisti, di aprire gli occhi e rendersi conto che non solo l'olimpo del calcio europeo non ha più posto per noi, ma che, anche in patria, siamo scivolati dietro realtà emergenti tipo Napoli o Fiorentina, e i miracoli, come quello della scorsa stagione, proprio perchè miracoli, sono difficilmente ripetibili. Molti, troppi i limiti mostrati dalla squadra in questo scorcio di stagione. Un portiere che da almeno due anni non fornisce sicurezza ad un reparto difensivo instabile e traballante. Difesa con gli uomini contati. Centrocampo con poca tecnica e scarsa qualità. L'attacco è l'unico reparto degno di nota anche se, per vincere , bisogna sempre segnare un goal più dell'avversario e difficilmente, nel calcio moderno, possono bastare due o tre ottimi giocatori per raggiungere mete importanti. Enormi le lacune che da un pò di tempo ci portiamo avanti e che anche un cieco avrebbe visto, ma che la società e la dirigenza, hanno fatto finta di non vedere. Servivano difensori come il pane, ma sono arrivati attaccanti, fatto salvo Silvestre, scarto dell'Inter e reduce da due anni pessimi. Serviva un portiere affidabile ed è arrivato Coppola, quarto portiere. Servivano piedi buoni a centrocampo, sono arrivati Birsa, scarto del Genoa e Kakà, solo un ricordo di quello che fu. Discorsi che non possono non aumentare la rabbia verso una proprietà ormai assente ed una dirigenza che cerca solo di sopravvivere. L'aspetto più deprimente di tutta la faccenda è che manca l'idea di squadra e nessuno, ad ogni livello, sembra averne una. Inutile chiedere l'esonero di Allegri, che comunque ha le sue colpe, o prendersela con i giocatori. Entrambi: l'allenatore ed i giocatori, sono emanazione diretta di proprietà e dirigenza ed è verso di loro che andrebbe canalizzata la delusione e la rabbia. Moratti sia d'esempio, i cicli hanno un inizio ed una fine. Fortunatamente per noi milanisti, il ciclo Berlusconiano ci ha regalato soddisfazioni che pochi tifosi al mondo hanno avuto, e per questo ne saremo sempre grati, ma oggi è giunta l'ora di trovare una soluzione, "un'uscita di sicurezza" che consenta al popolo rossonero di poter continuare a sognare...

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