GIORNATA CAMPALE

domenica 28 ottobre 2012

La giornata di ieri fornisce ai tifosi milanisti più di una notizia importante. La prima, indubbiamente, è la vittoria ottenuta contro il Genoa di Del Neri. La seconda è la consacrazione definitiva di El Sharaawy, la terza è la confessione di Silvio Berlusconi. Andiamo per ordine cominciamo dal primo aspetto. Finalmente, dopo tre sconfitte cocenti, arrivano i tanto sospirati tre punti che sono ossigeno puro per tutto l'ambiente e che, in un sol colpo, salvano Allegri, smuovono la classifica portandoci fuori dalle paludi della zona rossa e ridanno morale ai giocatori. Dopo più di due mesi dall'inizio della stagione, per la prima volta quest'anno, la squadra tiene il campo per novanta minuti consecutivi e, pur non brillando, mostra la tanto sospirata solidità. I limiti sono ancora molti e c'è ancora tanto da lavorare ma i segnali di ripresa sono evidenti. La speranza è che si continui su questa strada consapevoli del fatto che, con il nuovo modulo, si può solo migliorare. L'altra notizia della serata, la più dolce per i palati rossoneri, è la palese esplosione di un vero campione. Il piccolo faraone ammirato ieri sera è il prototipo del fuoriclasse moderno. Corre come un matto dal primo minuto fino al novantesimo, copre ogni spazio del campo, si sacrifica all'occorrenza riuscendo però a rimanere lucido quando c'è da impostare, mostra carisma e personalità, offre scampoli di grande calcio, in poche parole, diventa il simbolo positivo di questo Milan. Impressionante è il binomio quantità-qualità mostrato dal neo ventenne. Non c'è più alcun dubbio: è da lui e su di lui che bisogna ripartire per tornare vincenti, lui è il nostro presente, lui è il nostro futuro. La terza notizia della giornata è l'ammissione del nostro Presidente. Dopo i fatti arrivano anche le parole. Berlusconi confessa di essere un NonDelTuttoPresidente. "Il Milan ha bisogno di cure, ma io non ho il tempo di dargliele". Aggiungerei che oltre al tempo, caro NonDelTuttoPresidente, non ha nemmeno la voglia di risollevare le sorti di questo Milan. La logica vorrebbe, il condizionale è d'obbligo quando di mezzo c'è il Cavaliere, che dopo queste parole pesanti come un macigno, seguissero azioni concrete tipo vendita della società. Non si può pensare di andare avanti senza una vera proprietà. Cosa significa "Non ho più il tempo"? Ammette che il Milan ha bisogno di cure, tipo maggiore liquidità, investimenti freschi, pianificazione a lungo termine e, nello stesso tempo,  afferma che non è nelle sue possibilità. Quale il senso della sua esternazione? E' forse l'anticipazione di una sua imminente uscita di scena? Onestamente, lo spero.

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